Sabato 7 aprile 2018 - Sala Aurora - Palazzo Arese-Borromeo - ore 20,00 - ingresso libero
Cantieri Musicali 2018
"SWING & FUNK" - The Tenca Big Band in concerto
La “Tenca Big Band”, attiva ufficialmente dallo scorso anno scolastico 2016/17, nasce all’interno delle attività curriculari promosse dal Laboratorio di Musica d’Insieme del Liceo Musicale Statale “Carlo Tenca” di Milano.
«Il percorso del Liceo Musicale è indirizzato all’apprendimento tecnico-pratico della musica e allo studio del suo ruolo nella storia e nella cultura. Guida lo studente ad approfondire e a sviluppare le conoscenze e le abilità e a maturare le competenze necessarie per acquisire, anche attraverso specifiche attività funzionali, la padronanza dei linguaggi musicali sotto gli aspetti dell’esecuzione-interpretazione, dell’analisi e della composizione, maturando la necessaria prospettiva. Il Liceo Musicale prevede lo studio di due strumenti».
Gli studenti del Tenca hanno, grazie ad un’avveduta impostazione didattica collegiale, la possibilità di approfondire la conoscenza e la pratica non solo della principale e fondamentale “Musica Classica”, ma anche di altri generi e stili; fra questi, il Jazz sta trovando un’affermazione sempre più radicata.
I giovani musicisti affrontano un repertorio per loro inusuale, apprendendone i particolari stilemi esecutivi e sperimentando forme e metodi di improvvisazione strumentale individuale e collettiva; in alcuni casi, forti della preparazione
teorico-compositiva affinata dall’Offerta Formativa propria del Liceo Musicale, gli studenti ci cimentano nella stesura degli arrangiamenti o degli adattamenti dei brani che, frequentemente, vengono proposti in concerto.
4 marzo/6 maggio 2018 - Cesano Maderno - Cantieri Musicali 2018
una collaborazione
con il patrocinio di
Media Partner
Sabato 5 maggio 2018 - Sede dell'Associazione ProMusica - Palazzo Arese-Borromeo - CESANO MADERNO - ore 14,30-17,30
"MUSICALMENTE - Tre atti brevi su apprendimento, musica e mente”
Seminario per Docenti/Operatori di ogni ordine e grado
a cura di Mauro Sironi (in collaborazione con Nicola Bisson, Felicita Arnaboldi e Laura Barbieri)
Obiettivo: fornire spunti di riflessione sui rapporti tra musica, didattica e mente.
Contenuti: Il seminario si articola in tre interventi di un'ora ciascuno. Nel primo modulo, il dott. Nicola Bisson introdurrà la riflessione illustrando i rapporti fra neuroscienze e apprendimento musicale. Nel secondo modulo, il dott. Mauro Sironi parlerà più specificatamente dei rapporti fra i differenti stili cognitivi e la didattica strumentale, con particolare riferimento alla scelta di possibili repertori in relazione agli stili cognitivi degli alunni. Nel terzo modulo, le professoresse Felicita Arnaboldi e Laura Barbieri porteranno all'attenzione dell'uditorio un percorso didattico tuttora in atto che vede l'inclusione di un soggetto autistico a basso funzionamento, ma con significative doti musicali, in una classe ad indirizzo musicale. Risorse, sorprese, strategìe.
Docenti
Mauro Sironi
Diplomatosi a 19 anni presso il Conservatorio G. Verdi di Milano sotto la guida di Marlaena Kessick, ha conseguito nel 1993 il Diploma Internazionale di Perfezionamento Svizzero a Lugano con Mario Ancillotti, e nello stesso anno il Diploma in Paleografia e Filologia musicale a Pavia con il massimo dei voti e con lode, per laurearsi infine in Musicologìa, presso la medesima Università, nel marzo del 2004, sempre con lode. Nel giugno del 2009 è tra i primi in Italia a conseguire il neoistituito Diploma Accademico di II livello in flauto traverso con una tesi che illustra le relazioni fra stili cognitivi ed apprendimento strumentale. Affianca all’attività concertistica sia la ricerca musicologica (in gregorianistica La messa di S. Donato, in Codex Angelicus ... Cremona, UCR 1996 e soprattutto gli studi sul melodramma del primo Ottocento, in particolare Clotilde e Arrighetto di Carlo Coccia - in collaborazione e per conto del prestigioso Rossini Opera Festival - e L’amor Mugnaio di Giuseppe Nicolini, per il Conservatorio di Piacenza), sia l'attività didattica (Fondazione “Piseri” di Brugherio, SMIM di Seregno ed il Liceo musicale “Carlo Tenca” di Milano).
Nicola Bisson
Laureato in Scienze Biologiche presso l'università di Pavia , ha studiato flauto al Civico Istituto Musicale “F.Vittadini” di Pavia sotto la guida del prof. Bruno Villani e al Conservatorio Verdi di Milano con Marlaena Kessick. Si è perfezionato presso l’Accademia Internazionale di Musica di Novara con il M° G.Cambursano e a Pavia presso l’Accademia “A.Rolla” con il M° B. Cavallo. E' stato componente di diverse orchestre (teatro “C.Coccia” di Novara, “Stabile” di Como, teatro “G. Fraschini” di Pavia, “Accademia d’Archi Concertante di Milano”, “Opera da Camera” di Milano, orchestra da camera “Ticinensis”, “Orchestra di fiati della Valtellina”, “Orchestra sinfonica di Lecco”, orchestra “Città di Vigevano”). E’ docente di ruolo di flauto nella scuola media ad indirizzo musicale. Studia direzione d’orchestra con il M° P.A.Gelmini e direzione corale con il M° G.Conti. E' direttore artistico dell'orchestra universitaria di Pavia “Camerata de' Bardi”.
Felicita Arnaboldi
Si è diplomata in pianoforte presso il conservatorio "N. Paganini di Genova. Ha svolto attività concertistica soprattutto in formazione di duo pianistico e duo flauto e pianoforte. Ha partecipato per anni al " progetto Giovani in Concerto" finanziato dal Provveditorato agli Studi di Milano presso l'Istituto M.L.King di Muggioò. Insegna nelle scuole medie ad indirizzo musicale dal 1981. Dal 2000 e' docente di pianoforte presso la scuola media Don Milani di Seregno.
Laura Barbieri
Nata a Milano, inizia lo studio del flauto a 13 anni diplomandosi brillantemente sotto la guida del M. Daniele Cassamagnaghi. Successivamente consegue a pieni voti la Laurea Magistrale in Musicologia e Beni Musicali presso l’Università degli Studi di Milano. Selezionata tra i migliori allievi delle scuole civiche lombarde, ha partecipato all’incisione del cd ‘Brazil’, con brani in prima esecuzione mondiale, in collaborazione con alcuni dei più eminenti musicisti del paese. Inoltre si è esibita in manifestazioni organizzate da famose associazioni nazionali quali FAI, Telethon e Comitato Maria Letizia Verga. In veste di musicologa partecipa come relatore in conferenze presso l’Auditorium di Milano Fondazione Cariplo e pubblica due articoli nel libro del Prof. M. Mario Valter Calisi Studio della Strumentazione applicata alla partitura. Svolge l’attività di docente presso le scuole medie ad indirizzo musicale.
Domenica 18 marzo 2018 - Calicantus Bistrot - Hall dell'Ospedale Maggiore - Largo Donatori del Sangue - LODI - ore 11,00 - ingresso libero
Domeniche in Concerto
Giambattista PIANEZZOLA, violino - Andrea PERUGINI, pianoforte
musiche di Ludwig van Beethoven e César Franck
una collaborazione
con il patrocinio della
Venerdì 18 maggio 2018 - Duomo di Santa Maria - Montichiari BS - ore 21,00 - ingresso libero
CARMINA BURANA
di Carl Orff
versione originale per soli, coro, pianoforti e percussioni
Michela Dellanoce, soprano
Lorenzo Caltagirone, tenore
Matteo Jin, baritono
CORALE LIRICA AMBROSIANA
www.coralelirica.it
e
CORALE DI VOCI BIANCHE "INCANTO"
Maestro direttore dei cori: Roberto Ardigò
solisti dell'ORCHESTRA SINFONICA PROMUSICA
Maestro concertatore e direttore musicale
Valter Borin
www.valterborin.com
Fin dalla prima rappresentazione, datata 8 giugno 1937 e avvenuta a Francoforte, i Carmina Burana di Orff ebbero un successo clamoroso e questo successo si è ripetuto e si ripete puntualmente tutt'ora ad ogni esecuzione.
Anzitutto, ad affascinare é la forma, fatta "a ruota", quella ruota che è lo stesso tema centrale del lavoro, ossia la ruota dell'ineluttabilità del fato che ora dà ora prende la fortuna agli uomini. Così si passa, attraverso linguaggi perduti e una musica che pare arcaica e moderna insieme, per le varie "profanità" della vita che - a differenza delle cose sacre - sono vulnerabili per mano della fortuna stessa. Ed ecco che, alla fine del 24* canto (Blanziflor et Helena), la ruota avrà fatto il giro completo, ritornando quindi a quel "O fortuna" dell'inizio che è indubbiamente uno dei brani più celebri della storia della musica.
Il linguaggio dei Carmina, rinvenuti ad inizio 800 nel monastero di San Bendetto in Germania - o perlomeno quelli scelti dal compositore per il componimento del suo capolavoro - è per lo più il latino, a parte uno in tedesco antico e uno in lingua sassone.
Il linguaggio musicale è straordinario e meriterebbe un discorso approfondito brano per brano, ma in generale ha un effetto evocativo unico nel suo genere (si pensi al moto quasi "meccanico" di "O fortuna", che ricorda il rotolare inesorabile della ruota che la simboleggia) e passa dai rimandi gregoriani per il lieto benvenuto alla primavera ai canti dal sapore popolare e allegro per l'avvento dell'estate; poi la musica si "tuffa" nei ritmi incalzanti, festosi e rumorosi della "taberna" per poi farsi seducente, calda e sensuale a sottolineare i "Cour d'amours". Il lavoro di per sé non segue una vera e propria trama, ma ogni brano è un microcosmo pieno di vitalità e di quel qualcosa di "inafferrabile" che lascia lo spettatore assolutamente affascinato.
in occasione del Maggio Monteclarense 2018
una collaborazione
Domenica 25 marzo 2018 - Sala Aurora - Palazzo Arese-Borromeo - ore 17,00 - ingresso libero
Cantieri Musicali 2018
Alessia ORLANDI, pianoforte - Daniele BOGNI, violoncello
Due grandi Sonate romantiche
Johannes BRAHMS (1833-1897) - Sonata n° 2 in Fa maggiore per violoncello e pianoforte, op. 99 (Allegro Vivace - Adagio affettuoso - Allegro Passionato - Allegro molto)
La seconda sonata per violoncello e pianoforte di Brahms fu scritta per Robert Hausmann, il violoncellista del quartetto Joachim, che Brahms apprezzava sia come solista che come fine camerista.
Come successe a Mendelssohn, anche Brahms nella sua seconda sonata per violoncello riesce a raggiungere maggiore profondità e drammaticità espressiva, nonché passionalità fortemente romantica unita ad una serenità quasi bucolica.
La sonata fu scritta in Svizzera durante un felice soggiorno di Brahms in agosto sul tranquillo lago di Thun.
Più profonda e drammatica della prima sonata in Mi minore, nella sonata in Fa maggiore aleggia una fortissima passionalità romantica, già dal vigoroso tema iniziale simile a delle eroiche esclamazioni interrotte da delle pause dal forte sapore retorico, all'interno del primo movimento Brahms usa un interessante artificio per enfatizzare lo stato di elevata emozione, dà al violoncello una sorta di tremolo legato su due corde, quasi ad imitazione del cymbalon, uno strumento del folklore ungherese.
Il secondo movimento, scritto in Fa diesis maggiore (una tonalità molto lontana da fa maggiore), è il "cuore" lirico della sonata dove il violoncello può far risaltare le sue doti di cantabilità, notevole in questo movimento l'uso del pizzicato, sapientemente messo da Brahms per sottolineare i momenti più drammatici.
Il terzo movimento, uno scherzo dal perfetto carattere dell'intermezzo pianistico brahmsiano costruito sul dialogo dei due strumenti, è in forma tripartita, la parte centrale serena e cantabile è in contrasto con lo slancio romantico del tormentato tema principale.
La sonata si conclude con un sereno rondò con al centro un episodio severo e appassionato in una tonalità lontana (Sib minore).
La prima esecuzione di questa sonata fu ad opera di Robert Hausmann e dell'autore nel 1886 nella piccola sala della Società musicale di Berlino.
Fryderyk CHOPIN (1810-1849) - Sonata in Sol minore per violoncello e pianoforte, op. 65 (Allegro moderato - Scherzo - Largo - Finale, Allegro)
È noto come, nei primi anni parigini, Chopin abbia resistito alle lusinghe di quanti gli chiedevano di applicarsi alla stesura di sinfonie e generi più impegnativi, maturando la decisione di consacrarsi solo al suo strumento. «Mozart abbracciava l'intero dominio della creazione musicale» scrisse a un amico a 24 anni «ma io ho solamente la tastiera nella mia povera testa. Io conosco i miei limiti, e so che diventerei matto se provassi a volare alto senza averne le capacità. Mi spingono al suicidio chiedendomi di scrivere sinfonie ed opere, e vogliono che io sia tutt'insieme un Rossini-Mozart-Beethoven polacco. Ma io rido dentro di me e rifletto che uno deve partire dalle piccole cose. Io sono solamente un pianista...».
Parole davvero troppo modeste, se si considerano le frontiere avveniristiche del pianismo di Chopin, e la sua portata rivoluzionaria. E tuttavia il catalogo di Chopin comprende pochissimi lavori che non siano affidati al pianoforte solo, o al pianoforte accompagnato dall'orchestra. Se si eccettuano le liriche per voce e pianoforte, la musica da camera di Chopin comprende appena cinque numeri d'opera, tre dei quali (Introduzione e Polonaise in do maggiore op.3 del 1830, Grand Duo in mi maggiore su temi da "Robert le Diable" di Meyerbeer del 1832 e la Sonata in sol minore op. 65) sono per violoncello e pianoforte. Di tutti questi brani cameristici solo la Sonata op.65 appartiene agli anni maturi del compositore, e costituisce dunque l'eccezione più vistosa ed importante al privilegio esclusivo riservato dall'autore al pianoforte.
All'origine della Sonata, come anche del Grand Duo, si pone lo stretto rapporto di amicizia di Chopin con il violoncellista August-Joseph Franchomme (1808-1884), solista che rivestì una certa importanza nella vita musicale parigina, per l'attività presso l'orchestra dell'Opera, prima, del Théatre-Italien, poi, e per la cattedra al Conservatoire. I due si conobbero subito dopo l'arrivo di Chopin a Parigi, nel 1831, e instaurarono uno stretto rapporto di amicizia destinato a durare negli anni; Franchomme aiutò il compositore a mettere a punto la scrittura violoncellistica del Grand Duo, a revisionare quella dell'Introduzione e Polonaise op. 3, e addirittura a preparare un catalogo tematico delle sue opere. Lo assistette inoltre anche negli affari finanziari, gli fu vicino durante l'agonia (si narra che dopo aver ricevuto l'estrema unzione il compositore chiedesse a Franchomme di suonargli le battute introduttive della sonata per violoncello) e ne sorresse poi il feretro ai funerali.
Non stupisce insomma che proprio al violoncello guardasse Chopin per ampliare gli argini pianistici del proprio catalogo. Lo spartito nacque nel 1845-46, con molti dubbi e ripensamenti, come testimoniano le cancellature dell'autografo, per tacere delle testimonianze epistolari alla famiglia: «Della mia sonata per violoncello a volte mi sento soddisfatto, a volte insoddisfatto. La accantono, poi la riprendo» (11 ottobre 1846). La sonata ebbe una esecuzione privata completa nell'aprile 1847, poi, sempre con Chopin e Franchomme come esecutori, una esecuzione parziale, senza il tempo iniziale, nel corso del recital tenuto da Chopin a Parigi il 16 febbraio 1848; doveva essere quello l'ultimo concerto pubblico del compositore, che non si esibiva da sei anni a Parigi.
4 marzo/6 maggio 2018 - Cesano Maderno - Cantieri Musicali 2018
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